Provenendo da Roma in direzione sud-est, alle porte di rigogliosi e sempreverdi Monti Prenestini, troviamo Palestrina, un centro di circa poco più di ventimila abitanti. Percorrendo la strada che ci porta verso questa cittadina, non si può rimanere non meravigliati dalla sua vista: un agglomerato di casupole in stile medievale da cui spiccano chiese e campanili, al centro dei quali troneggia meravigliosamente il Tempio della Dea Fortuna e palazzo Barberini, costruzione che ospita il Museo Archeologico di Palestrina.
E’ proprio il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, o Museo Archeologico Prenestino che oggi andremo a scoprire.
Il Museo è ospitato all’interno del rinascimentale palazzo Barberini, una costruzione maestosa con la facciata circolare. Per accedervi si salgono delle scale che portano ad un ambiente esterno a forma di anfiteatro romano, con altri gradini che sopra conducono all’ingresso del museo e in basso circondano un pozzo.
Affacciandosi dalla scalinata superiore si può ammirare un paesaggio meraviglioso che durante le giornate limpide, permette allo sguardo di vedere fino al mare e più precisamente il mare di Anzio.
Ho nominato Anzio non per caso. Fu infatti possibile scoprire tanti resti archeologici di Palestrina proprio dopo che gli alleati la bombardarono a colpi di cannone dalle navi durante il celebre sbarco di Anzio.
Oggi quei resti sono visibili sia in vati punti di Palestrina che dentro al museo archeologico.
Il Museo si snoda in tre piani. Fino a poco tempo fa ospitava la Triade Capitolina, una statua molto preziosa a livello archeologico che è però stata trasferita in un altro museo della capitale.
Possiamo però consolarci con gli innumerevoli reperti che troviamo nei vai piani. Statue, sarcofagi, busti, cippi e tanto altro fanno da cornice a delle teche al cui interno troviamo gioielli dell’età romana ed accessori, pressopiù da donna, di uso quotidiano come specchi e dei cofanetti antenati dei moderni “beautycase”.
All’ultimo piano troviamo invece il Mosaico del Nilo di Palestrina, una grande opera che rappresenta l’egitto, dalla foce del Nilo fino al suo delta. Nel mosaico sono rappresentate scene di vita egiziana durante le inondazioni sacre del fiume Nilo. Da notare che ad ogni zona dell’Egitto, sono stati raffigurati uomini, piante e animali tipici di quelle stesse zone.
In basso l’elemento che fa discutere gli studiosi circa il significato del mosaico: un condottiero che viene omaggiato da egiziani in segno di resa. Per questo motivo i più attribuiscono al mosaico una funzione celebrativa in onore di un condottiero vincitore in terre d’Egitto. Il punto della discordia è l’identità del condottiero. Chi sostiene che sia Alessandro Magno, chi diche che sia l’Imperatore Ottaviano e chi sostiene altre ipotesi.
Quello che è certo è che il mosaico del Nilo era originariamente un pavimento, utilizzato per abbellire il foro civile i cui resti si possono vedere in pieno centro a Palestrina.
Proprio in questa sede è possibile ammirare un altro bellissimo mosaico, il mosaico dei pesci.
Per concludere, proprio sotto il Museo Archeologico di Palestrina, vi è il famoso Tempio delle Dea Fortuna Primigenia, visitabile anch’esso grazie al biglietto per entrare al museo.
Il costo del biglietto è pari a soli 5 euro.